Sanremo giovani? Una gran bella idea

Personalmente trovo che i Festival di Carlo Conti siano davvero strani, e Sanremo Giovani ne è la conferma. Complice forse un orario di messa in onda inusuale che ti permette di osare, il padrone di casa della kermesse canora ligure, dopo aver brillantemente dato luce lo scorso anno alla gara dei novellini, da quest’anno ha alzato l’asticella promuovendo Sanremo Giovani ben prima del canonico mese di febbraio, puntando al pomeriggio di Rai 1 risvegliando uno slot uguale a se stesso da troppo tempo. La rete è la solita, il suo volto non viene meno e addirittura lo studio è piuttosto familiare; Tale e quale show, si parte da lì, ma la scena è completamente diversa. C’è una giuria, un palco e tante esibizioni condotte da Carlo Conti, che per una volta scompare letteralmente dietro il format che diventa libero di pascolare affidandosi totalmente al montaggio.

Quando Sanremo Giovani venne annunciato da Giancarlo Leone il sapore che si intravedeva sapeva di stantio e dozzinale; un altro talent show? Caspita, ne sentivamo la mancanza! E invece, guardando quanto andato in onda fino ad ora, forse mi rendo conto che davvero sentivamo la mancanza di un talent così. Una giuria che c’è, fa il suo lavoro ma non interviene, non fa da regina della narrazione. Al contrario sono i ragazzi in gara a prendere le redini del dialogo, si presentano, cantano (poco), reggono la scena affidati ad un montaggio efficace e non vengono eclissati da null’altro; né giuria, né balletti, né conduttore imbottito di egemonia. Niente, solo i protagonisti di Sanremo Giovani pronti a farsi conoscere.

Sanremo Giovani: (per ora) un bel prodotto di un direttore artistico bipolare

Tutto questo nelle mani di Carlo Conti, lo stesso che per primo ha dato finalmente grande spazio ai giovani portandoli nell’access del Festival di Sanremo, ma che allo stesso tempo si è lasciato abbindolare da una Vita d’inferno qualunque pur di fare macedonia. Dei Festival strani, dicevo, dove picchi di qualità sono scaduti miseramente all’approdo dei 16 figli della madonna, dove gli Imagine Dragons (che vi consiglio di riguardare) sono stati equiparati ad Albano e Romina e dove anche Tiziano Ferro è stato trattato da super ospite, come se fosse incapace di scrivere in italiano e presentarsi in gara. Un Sanremo che nel suo bis si arricchisce ancora una volta di un grande spazio costruito con dovizia dove spingere i più giovani, che per il momento non è entrato nel vivo della prima serata ma la sta accompagnando ben bene, come un padre discografico dovrebbe sempre fare prima di dare suo figlio artista al macellaio.

Un Sanremo Giovani che è davvero una buona idea, dicevo in apertura, e che si spera riesca a mantenere la centralità dell’artista rispetto ad ogni altra cosa anche nella prossima prima serata. Certo, alle nove di sera si gioca sempre al ribasso verso il “popolare” – Leonardo Pieraccioni ne è prova –  ma ogni giudizio è rimandato a venerdì sera con la diretta da Sanremo. E chissà che Francesco Guasti non ci arrivi finalmente sul palco dell’Ariston.