Ma vai a vincere un Oscar con Leonardo DiCaprio, vai! Ah, no…

Premio Oscar 2016 Leonardo DiCaprio
È ufficiale: da oggi il “Ma vai a vincere un oscar con Leonardo DiCaprio” perde definitivamente il suo status di insulto.

Forse il mondo non lo avrà notato perché stava dormendo (questi americani, sempre alternativi), o perché nel frattempo sarà saltata la connessione internet, ma nel cuore della notte l’insonne Leonardo DiCaprio ha smesso finalmente di frantumare gli specchi dell’Academy degli Oscars, portandosi a casa la famosa statuetta dello zio. E senza nemmeno rubarla dalla teca. Continue reading “Ma vai a vincere un Oscar con Leonardo DiCaprio, vai! Ah, no…”

Parigi, attentato, # come se piovesse. Ma di riflessioni silenziose, nessuna

Attentato Parigi Francia del novembre 2015: reazioni social

Parigi, attentato, bombe, morti, kamikaze. E poi Isis – che alcuni chiamano IS –, ma anche Siria e scellerato attacco della Francia. C’è chi condanna, chi discute, chi commenta; e chi ci farcisce con Moira Orfei perché la sua cofana era ridicola quasi quanto la evve moscia alla francese. Di parole chiave, o anche di hashtag, a contorno dei nuovi fatti di Parigi ne sono emerse forse fin troppe, tra chi prega e chi pensa, chi suona e chi condanna, chi marcia e chi fa marcia indietro; e poi, ancora, tra chi marcia sull’elettorato. Oriana Fallaci è tornata alla ribalta delle scritture come fu col suo bambino mai nato, tra chi le scrive lettere di un”amore improvviso da far scoppiare il cuore (in aria, letteralmente) e chi invece l’addita come nazista vestita di potere. In sintesi, questo è il Facebook del post attentato di Parigi. Continue reading “Parigi, attentato, # come se piovesse. Ma di riflessioni silenziose, nessuna”

No, Expo Milano 2015 non è stato un evento per tutti gli italiani

Albero della vita, Milano, Expo Milano 2015

Expo Milano 2015, che gran bella opportunità per tutti gli italiani. O almeno, propaganda dice “per tutti gli italiani”. Perché per quanti vivono nella parte d”Italia povera e/o sconnessa al resto del continente – da Roma in giù, Sardegna compresa – del famoso Expo milanese più volte visto in tv non è arrivato nemmeno l’odore degli avanzi recuperati. Premetto rapidamente di essere stato tra quelli che si definivano Expottimisti, uno dei tanti che hanno provato ad inviare curriculum nonostante le scarse prospettive e che hanno rinunciato in partenza al volontariato ma solo a causa della distanza. Insomma, ero uno di quelli che l”Expo italiano voleva viverlo da vicino, attivamente, e non col filtro dei media.

E dunque, trascorsi quei sei mesi che sembravano poter non finire mai, ho definitivamente archiviato ogni speranza di poter vedere dal vivo l”austriaca foresta in miniatura, il divertente reticolo brasiliano o le lussureggianti dune artificiali degli Emirati Arabi. Restano il padiglione zero o l”albero della vita per poter recuperare, ma insomma, guardare una differita non è mai come vivere la diretta. Continue reading “No, Expo Milano 2015 non è stato un evento per tutti gli italiani”

E se Il Volo rinunciasse ad Ignazio Boschetto? Vaticinio all’orizzonte

Il volo: gianluca ginoble, ignazio boschetto, piero barone, lady gaga

Parli de Il Volo e spunta Germanotta. No, non Cristiano Malgioglio (che pure con la nostra sarebbe imparentata), ma quell’altra americana, quella con la faccia brutta e le parrucche tinte, che non mangia carne ma se la butta addosso. Lady Gaga, appunto, che pare quasi abbia inghiottito vivo tale Ignazio Boschetto, il più corpulento dei tre, quello con la faccia simpatica. Insomma, tra l”occhiolino di Gianluca Ginoble e gli occhiali di dubbio gusto sfoggiati da Piero Barone, spunta una nuova, terza, losca figura che nonostante l’acconciatura ben fatta non si esime dal trasmettere inquietudine. In ordine, da sinistra verso destra, Piero Barone, Lady Gaga e Gianluca Ginoble sfoggiano il selfie de Il Volo più brutto di sempre, in una spaventosa guerra di nasi dove a farne le spese è il baffetto dell”incolpevole Ignazio Boschetto. Continue reading “E se Il Volo rinunciasse ad Ignazio Boschetto? Vaticinio all’orizzonte”

Lucine di natale come la felicità: in tv sono tutti più buoni! O anche no

albero di natale la vita in diretta
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La vita in diretta – albero di natale

Che abbaglio ogni natale tra lucine d’arredo e fari di routine!

Santa Claus is coming to tv! Arriva natale, arrivano gli addobbi televisivi fatti di lustrini, palline, pallone, nastrini, lucine… Lucine?? Cioè, in uno studio con fari a 40.000 lux, iper illuminato anche quando c’è buio perenne, dove le ombre dei personaggi gironzolanti vengono annullate da un alone “della madonna” che fa sembrare tutti delle visioni mariane, gli scenografi pensano bene di aggiungere le lucine agli alberoni di natale allestiti per l’occasione?

caterina-balivo-detto-fatto-natale
Caterina Balivo – albero di natale Detto Fatto

Cioè, se fossero servite a fare atmosfera, perché no. Un bell’alberello piccoletto ricco di tenere palline e tante lucine che fanno negozietto di provincia avrebbero avuto, nel loro insieme, un senso. Spazio circoscritto, niente energia sprecata a vuoto. Ma invece, ogni “santo” natale che arriva, i geniacci televisivi pensano bene di allestire alberoni di 34 metri per 10 di diametro con delle misere lucine di due millimetri l’una, che scarso seriverrebbero a fare atmosfera su di un albero alto un metro e 20; e siccome, se poche, non si intuiscono nemmeno, giù ad abbondare con reti da pescatori per fare di quell’albero l’abero perfetto! Peccato che alla fine per addocchiarle non basti manco la lente d’ingrandimento.

Luci di natale come se piovesse. Felicità a fiocchi che muore sotto il gioco d’apparenza

Oh, che bello questo natale! Luci di qua, luci di la, luci in tv…! Torppe luci però! È facile immaginare come, anche in caso di -20 all’esterno, li dentro serva accendere a palla il condizionatore con tuti quei faroni illuminati, eppure ogni natale che arriva non si riesce a fare a meno di quelle simpaticissime lucine d’addobbo, che scompaiono come fossero burro al sole dietro i lampioni sparati per mascherare le rughe delle vecchie conduttrici ringiovanite.

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La prova del cuoco – natale

Belli sono belli quegli alberi, per carità. Se poi comparati agli scempi che si adocchiano su Facebook di questi tempi, beh, sembrano delle vere e proprie opere d’arte. Ma infondo, è proprio questa la bellezza del natale televisivo, quando tutti si fingono cristiani praticanti e dove tutti sono più buoni e contenti, felici di correre come dei matti scavalcando autobus e bidoni dell’immonzia alla ricerca del regalo perfetto.

Abiti, frac, messe in piega ad hoc. In tv, a natale, sono tutti felici. In tv, a capodanno, tutti fanno allegri trenini. In tv, a natale, la veridicità di tutto questo è pari all’utilità delle simpatiche lucine che circondano gli aloni degli alberoni. Buon natale, o anche no, a quanti vivono di luci e non fanno i conti con sé stessi.

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Matera capitale europea della cultura per il 2019. “Diciamo”

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Matera capitale europea della cultura 2019

Matera capitale europea della cultura per il 2019: è tripudio di “diciamo”

Ormai lo sanno anche i muri, i muli e i sassi che Matera è la capitale europea della cultura per il 2019, prima volta assoluta per il sud Italia da quando tale riconoscimento milita per i Paesi europei. E no, questo post non vuole essere in alcun modo polemico, essendo anche io lucano di nascita e crescita. C’è però un vezzo linguistico tipico dei lucani che difficilmente riesce ad evadere le registrazioni a mezzo microfono e/o telecamera, ed è per l’appunto l’inserire quel maledetto e onnipresente “diciamo” ogni due parole su tre.

In questi giorni di lunghe interviste ad ogni livello sulla questione di Matera capitale della cultura, non è raro imbattersi in cittadini lucani, materani e non, che convinti nel sostenere la propria soddisfazione per il traguardo raggiunto non riescono a rinunciare alla propria lucanità, che prima di ogni cosa parte dal qualunquismo naturale impresso in quell’ostentato “diciamo”.

Diciamo che se iniziassi a scrivere, diciamo, tipo così, ecco, i lettori del momento, diciamo, probabilmente, inizierebbero diciamo a sentirsi in qualche modo, diciamo, irritati da questa farcia di diciamo che, diciamo, colonizza ogni frase in italiano di ogni lucano che, diciamo, si rispetti. Perché ogni luogo, a proposito di capitale della cultura, ha la propria cultura di territorio che passa anche dalla lingua. E noi lucani, i conterranei mi capiranno, abbiamo questo vezzo del diciamo che sputiamo qua e la anche quando la situazione è palesemente chiara e la definizione è non “diciamo adatta”, ma perfetta.

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Sassi di Matera

Diciamocelo, noi il “diciamo” lo diciamo tutti. Ce lo abbiamo nel sangue

Da lungo tempo mi soffermavo a contare i diciamo di ogni lucano sparato in televisione, anche quelli dei fratelli Pittella, di Arisa, di De Filippo e di Rocco Papaleo, e come ovvio anche oggi, durante la visione del TGR Basilicata che giustamente non poteva esimersi dall’intervistare ogni cittadino materano e non che capitasse a tiro dei giornalisti, ho avuto necessità di chiedere in prestito ad altri le dita per portare il conto dei diciamo, che però non si sono resi disponibili. Morale della favola, ho perso il conto. 

Il “delitto” dei diciamo mal contati si è consumato nel corso di questo servizio embedato (tzè, magari. Tocca collegarsi A QUESTO LINK, la TGR non è mica poi tanto all’avanguardia) dal sito ufficiale della TGR che, parlando dei festeggiamenti per Matera capitale della cultura per il 2019, ha dato modo di assistere ad un tripudio di “diciamo” (minuto 7.00/8.29) dove davvero si è raggiunto il limite della sopportazione. Da rappresentanti della cultura in Europa abbiamo il dovere di divulgare anche questa nostra caratteristica culturale, e ci stiamo riuscendo superando ogni più rosea aspettativa. Portate il conto, se ci riuscite, e scrivete nei commenti il numero ufficiale dei “diciamo” di Matera capitale della cultura per il 2019.

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Toh, ho creato un blog pieno di Pillole di Vito. O forse saranno pillole di Google?

pillole di vito

Toh, ho creato un blog.

Gratuito, per giunta. Ma che cosa originale, innovativa, piena di creatività e di immagini, link e notizie mai viste prima in giro per quel bel gruzzolo di migliaia di blog amatoriali sparsi per la conosciuta rete internet! E non stiamo parlando di “deep web“, dove l’originalità sfiora, anzi supera, i limiti della legalità, ma di quella piccola punta dell’iceberg dove tutti passiamo interi pomeriggi crogiolati dai teneri servizi di mamma Google che ci offre a dir poco la qualunque, che ci tiene lontana dall’orco brutto e cattivo e che, guarda caso, fa apparire con un magico “POUFF” dal profondo nulla tutto quello che proprio qualche minuto prima stavamo cercando sul suo motore di ricerca… Ma come farà mai questa Google a conoscerci così bene? Continue reading “Toh, ho creato un blog pieno di Pillole di Vito. O forse saranno pillole di Google?”