Monte Bianco, recensione prima puntata: un buon potenziale, manca la narrazione

Monte Bianco, la prima puntata si è appena conclusa e no, non è ancora in grado di colmare il profondo vuoto <a href="http://www.pilloledivito benicar hct generic.com/index.php/2015/11/03/pechino-express-la-finale-doccia-fredda-per-i-disadattati-ultimo-viaggio/” target=”_blank”>lasciato da Pechino Express. Ancora, perché di potenzialità il programma condotto da Caterina Balivo sembra averne davvero molte; ecco, la conduzione è forse il punto più debole, se non altro per via dell’eccesso di voci che si accavallano senza una connessione logica. Non solo Caterina Balivo alla guida di Monte Bianco, ma anche Simone Moroalpinista di lungo corso a cui è affidata la descrizione della parte tecnica – e, sorpresa di serata, una superflua voce di secondo piano che racconta una storia a se stante. Un buon supporto per Caterina Balivo, che da sola non descrive come si deve la profondità dell”avventura, ma le tre voci sembrano andare al pascolo senza pastore. Serve coordinamento.

A proposito di profondità dell’avventura, anche questa purtroppo è latitata. Unico momento in cui si è avvertita la difficoltà della scalata lo ha regalato Arisa, in arte Rosalba Pippa da Pignola, che durante la prima prova vertigine non ha perso occasione di esternarsi come nel suo stile manifestando col corpo e con la voce tutto il disagio vissuto. Per il resto, pochi i momenti adrenalinici e altrettanto poche le emozioni trasmesse dalla prima di Monte Bianco, ma la colpa è forse della scarsa consapevolezza dei concorrenti che hanno affrontato la sfida.

Arisa Monte Bianco
Arisa Monte Bianco

Monte Bianco, the queen Arisa fuori alla prima. Poca consapevolezza nei concorrenti

A ben guardare, i sette avventurieri delle montagne erano davvero convinti di fare una tranquilla scampagnata in qualche resort di montagna. Pecca l’incoscienza della prima senza riferimenti, stiamo pur sempre parlando di un prodotto home made tutto da testare, ma forse sarebbe stato opportuno informarli meglio sul vero da farsi una volta dato il via. A proposito di concorrenti, se tra questi non ci fossero Filippo Facci e Dayanne Mello sarebbe sinceramente una bella noia. Arisa e le sue paranoie sono purtroppo uscite già alla prima – alla faccia di Dagospia – , e nelle prossime ci toccherà consolarci con la ficcante acidità del giornalista alternata ai frequenti spogliarelli della modella brasiliana, a cui i vestiti da alpinista stanno evidentemente stretti.

Ciononostante, Dayanne Mello ha tirato fuori una grinta impensabile per una modella, tale da portarla a vincere la tappa e darle facoltà di scelta su chi penalizzare. Nel suo caso il dito ha puntato verso Enzo Salvi, per nulla esilarante nonostante le battute forzate, che ha però battuto Arisa in tempistica durante la sfida finale. A proposito, quest’ultima scalata è stata davvero troppo lunga rispetto allo spazio dedicato alle prime due. In conclusione, forse bisognerebbe ricalibrare i tempi del racconto a cui manca un filo conduttore, partendo anzitutto dalla definizione di una voce narrante che deve essere una, o quantomeno amalgamata. Per il resto si aspetta una crescita in qualità nelle prossime puntate – come solito in questo genere di programmi – , con all’orizzonte una prevedibile egemonia di Stefano Maniscalco e Dayanne Mello nelle sfide (si spera più variegate), gli unici due ad avere il fisco.