Sofia di Alvaro Soler è una spensierata lezione di vita. Str0nza

La Sofia di Alvaro Soler deve essere davvero contenta che quel bontempone del suo ex fidanzato le abbia dedicato una canzone. Sì, una di quelle dove si sbeffeggia con incontenibile allegria la cacciata di casa la stessa, tale Sofia. E se questa donna esiste davvero, probabilmente avrà già in mano una spranga di ferro pronta a frantumare la calotta cranica del povero Alvaro Soler, perché il livello di stronzaggine nascosto nell’allegro ritmo della canzone, raggiunge, in alcuni punti, picchi da far rabbrividire. “Mira Sofia, sin tu mirada sigo”, recita quello spagnolo bontempone che tanto spopola nelle nostre radio, e che chiosa con un ragguardevole “Ya no te creo, ya no te deseo, eh oh eh oh”, in un concentrato di bastardaggine che solo un vero uomo latino può tirare su con cotanta noncuranza.

Nel mentre ci siamo noi ascoltatori, poveri e ignari forse quanto la stessa Sofia, trascinati a dimenarci e a canticchiare dal ritmo incalzante e dai frequenti coretti, posti in punti strategici del testo per farci rallegrare con vigorosa gioia delle disgrazie amorose altrui. Ebbene, dopo questa magistrale prova d’autore mi sono ufficialmente convinto che la vita sarebbe più bella, facile e godibile se fosse una perenne canzone di Alvaro Soler, che non porta il sole di Cuba solo nel cognome e nei titoli dei suoi brani ma anche nei video, nelle disgrazie quotidiane, nelle gambe delle sue ballerine – e non ci angoscia come la controparte italiana Francesco Sole.E non importa se in Sofia Alvaro Soler ha scaricato con virulenta acredine tutto l’odio, il rancore che prova verso la sconosciuta protagonista del pezzo – finalmente levatasi dai cocomeri – perché, alleluia, e anche quest’anno prima del tempo, abbiamo già a disposizione la nostra dose di ritmo da ballare in estate sulle spiagge, sulle sedie, nei seggiolini auto, accompagnando magari il tutto – e questo sì, ci starebbe – con un cesto di corna per omaggiare la nostra dolce metà.

Alvaro Soler: Sofia, cosa ci racconti mai?

Un bel nome e un bel ritmo, quanto bene la conosciamo quest’accoppiata micidiale? Così come possiamo affermare senza timore di essere smentiti che una canzone in spagnolo, e il passato ce lo dimostra, mai e poi mai ci impegneremo a comprenderla nel testo perché dai, siamo italiani, lo spagnolo è las nostras secondas linguas ed è per questo che nois la ablamos comes… Ehms… Sì, quello.

“Guarda Sofia che senza di te campo lo stesso” è la sintesi assoluta di tre minuti di canzone, alte le braccia in cielo agitate da destra a sinistra, con buona gioia di Alvaro Soler che, non si sa bene perché, in Italia tira come se fosse un novello Toto Cutugno, un Albano Carrisi dimagrito, un Ricchi e Poveri sintetizzato in un corpo slanciato e un sorriso a 36 denti per 4. Furbetto Alvaro Soler, che si trasferisce a Cuba per denigrare il suo amore perduto – paura forse di ripercussioni fisiche? – e si circonda di avvenenti ballerine, breack dancer dalle movenze subliminali e tanto, tanto calore e divertimento che traspare anche contro il grigiore delle mura nel video. Una spensieratezza d’animo da far invidia a Gastone Paperino, nonostante nel frattempo continui ad urlare alla sua Sofia che adesso è libera, non deve più guardarlo perché lui non si azzarda nemmeno farlo, e ben se ne ravvede anche al solo pensare di poterlo fare. Forza Sofia, gira al largo da me e fatti una vita, pensa al tuo benessere, trovati un marito e accasati definitivamente o, anche meglio, abbraccia il libertinismo e abbandonati libera ai tuoi istinti più semplici. Perché lui, Alvaro Soler, non tornerà mai da te, cara Sofia, ed è bene che tu lo sappia prima di fare qualunque cavolata.

La cavolata di dedicare questa canzone alla nostra dolce metà vediamo di non farla noi, almeno fino all’inizio dell’estate quando, si sa, le coppie scoppiano come petali di rossa sommossi da un alito di vento che scompagina le carte, sbaraglia ormoni e sentimenti. Ecco, da giungo in poi, magari, potremo noi tutti adottare la tecnica Soler e spalancarci chiaramente alla gente che abbiamo difronte, abbattendo gli ostacoli della comunicazione, esprimendoci chiari e concisi senza lasciare angoli a dubbi, puntali di domande, sotto-testi di speranza. Se la vita fosse una canzone di Alvaro Soler, questa sarebbe chiara, diretta, spensierata ma anche godibile e accettabile, perché infondo che senso ha angosciarsi per quisquilie e perdere la serenità per colpa di queste? Se tutto il mondo fosse una canzone di Alvaro Soler, il mondo sarebbe un posto migliore. Buon ascolto.