Nightingale Wonder Woman, niente amazzoni Materane: è polemica?

Nightingale Wonder-Woman Matera

Si sta come le amazzoni a Matera, della Warner Bros in Nightingale con Wonder Woman a girovagare tra i Sassi inviperita, arrabbiata, nervosa… Scartata. Forse il resto del mondo non lo sa, ma con questa storia delle pellicole Hollywoodiane girate a Matera noi lucani ci stiamo prendendo la mano, tanto che ogni cocente rifiuto subentrato all’euforia del credere di essere protagonisti viene interpretato come un attacco alla persona, alla terra, alla Nazione, alla tradizione. E così fu, anzi è anche con Nightingale Wonder Woman, ultima pellicola di una lunga serie approdata nella città dei Sassi, che avrà un stuolo di combattenti tutte straniere, tutte di fuori; roba dell’altro mondo, per Giove.

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Che Tempo Che Fa, Dario Franceschini: il treno a Matera? Non serve, solo polemiche

Dario Franceschini intervistato a Che Tempo che Fa
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Dario Franschini

Dario Franceschini su Matera: polemiche sul treno? Pretestuose. Non serve a nessuno, men che meno ai lucani

La maleducazione degli esponenti politici, spesso, passa dalla loro netta incapacità di comprendere le esigenze dei cittadini. Non si spiegherebbero altrimenti le parole del ministro Dario Franceschini passate ieri sera a Che Tempo Che Fa, dove chiamato a rispondere dal conduttore sulla questione Matera 2019 ha inconsapevolmente (o forse no) offeso una grande fetta di cittadini, lucani e non, che vivono da decenni un grossissimo disagio reale, sminuito dallo stesso come una polemica pretestuosa di alcuni giornalisti di parte.

In sintesi, nella puntata di ieri sera di Che Tempo Che Fa, Fabio Fazio ha giustamente sottolineato come, in seguito all’annuncio di Matera designata come capitale europea della cultura per il 2019, l’opinione pubblica si sia fossilizzata sull’assenza della ferrovia nella città piuttosto che sui vantaggi derivati dal titolo conquistato. Domanda questa assolutamente lecita e corretta, a differenza della risposta del Ministro Dario Franceschini, che ha letteralmente sminuito un grave disagio di un’intera regione offendendo quanti vivono nel malessere da anni.

Dario Franceschini si è infatti limitato a dire che il problema non sussiste, che il trenino c’è e che bisogna farsi bastare quello. È un magnifico trenino turistico, dice lui, l’unico che a stento riesce a raggiunge, con alterne fortune, il centro della città. Per Franceschini sembrano non esistere i notevoli disagi dell’intera popolazione pugliese, che è poi di fatti l’unica che riesce ad usufruire di tale trenino gentilmente gestito dalle F.A.L. . “F.A.L.”, già il nome è tutto un programma.

Trenino per la Puglia, il nulla per la Basilicata

Per accedere alla città di Matera con il simpatico trenino preso da Dario Franceschini bisogna infatti necessariamente provenire dalla Puglia, avere tanta pazienza per viaggiare ore intere su un mezzo mal tenuto che viaggia a 60km orari, e sperare di riuscire ad acchiappare una delle poche corse disponibili. Ma questo vale soltanto se si proviene da Bari, da Santeramo o da qualche altra ridente cittadina pugliese. Difficilmente chi ne usufruisce sfoggerebbe quel sorriso esibito ieri da Dario Franceschini sapendo il calvario che li attende giornalmente. Eh già, giornalmente, perché sono tanti i pendolari, studenti o lavoratori, costretti a viaggiare quotidianamente in condizioni disumane, perdendo ore intere della propria vita sul simpatico trenino delle F.A.L. che sembra non raggiungere mai la propria meta. Ma al ministro Franceschini tutto questo sembra non interessare. O meglio, per il Ministro Franceschini tutto questo sembra non esistere.

La situazione si aggrava se si ha esigenza di raggiungere Matera dall’entroterra lucano, vista la complessa conformità geografica dell’intero territorio ma anche e soprattutto visti i decenni di abbandono di un’intera regione, che trova nella proclamazione di Matera a capitale europea della cultura unica valvola di sfogo per tentare di salvarsi dal baratro. Forse Dario Franceschini non lo sa, ma a Matera, ed in Basilicata in generale, le autostrade non esistono con eccezione di un piccolo tratto della Salerno-Reggio Calabria, il ché è tutto dire –; molto spesso per muoversi da un piccolo comune bisogna affrontare strade asfaltate che paiono sterrate per quanto sono mal ridotte, soggette di continuo a frane e smottamenti puntualmente trascurate per mancanza di fondi (almeno dicono), fino ad arrivare ai tanti e accumulati punti di non ritorno.

Eh già Dario Franceschini, perché anche uno fortunato come lei, con la sua splendida auto blu gentilmente offerta di tasca nostra, proverebbe disagio a raggiungere Matera, o qualsiasi altro comune lucano, anche con ammortizzatori nuovissimi e ruote appena sostituite. Perché le autostrade non si sa cosa siano, le vie di comunicazione sicure si contano sulla punta delle dita e per Trenitalia la Basilicata non esiste, come d’altronde anche per il “Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel governo Renzi”, come lo definisce Wikipedia.

La cultura fa moneta, ma non è per tutti. La BasiliconValley non è terra per i lucani

Perché per Dario Franceschini è importante monetizzare dalla cultura, è importante valorizzare i siti di interesse, ma non è importante ascoltare le esigenze di 600.000 persone che da decenni urlano ricevendo porte in faccia. E già che una volta qualcuno si è malauguratamente permesso di sottolineare tale disagio, il disagio di un’intera popolazione impossibilitata a muoversi da casa, ecco che arriva un Dario Franceschini qualunque a dire la sua, dichiarando che il problema non sussiste soltanto perché non è lui a vivere il pesante malessere in prima persona.

Probabilmente quando ha raggiunto la città di Matera con i mezzi – sempre che li abbia realmente presi –, la comodità del mitico trenino delle F.A.L. lo avrà cullato a tal punto da farlo addormentare, così da non fargli aprire gli occhi per rendersi conto di cosa realmente ci fosse intorno. E poi non fa nulla che quelle migliaia di persone, lucane e non, debbano vivere disagi continui, ore di vita perse senza motivi apparenti. Ma a quanto pare, Dario Franceschini non ha mai messo piede dentro la vera Basilicata.

A cosa serve un treno efficiente che colleghi direttamente Potenza e Matera quando c’è il trenino da 60 km/h che collega la città dei sassi con Bari? Perché i lucani, notoriamente, non esistono. Ora esiste la Basilicata, anzi, la BasiliconValley. Prima non c’era nemmeno quella. E Dario Franceschini sa che ai lucani non serve a nulla raggiungere Matera, o Potenza, perché tanto ogni servizio è negato se si vive nell’entroterra, e dunque ogni pretesa vale zero. E poi sì, lui è il Ministro dei Beni culturali, mica dei trasporti o delle infrastrutture pubbliche. E chi se ne frega se tali disagi impediscono ad un’intera regione di crescere culturalmente, di poter accedere ad un’istruzione adeguata e affine con i propri interessi, perché tanto ai cittadini lucani non serve raggiungere le scuole di Matera. O gli uffici di Matera. Per Dario Franceschini i lucani non esistono, non esistono i loro disagi. L’unico trenino utile è quello per i turisti. Noi altri, muli da soma nati e cresciuti in Basilicata, dovremmo tornare a vivere nelle grotte. Ma non quelle dei sassi, quelle ormai sono sacre.

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Matera capitale europea della cultura per il 2019. “Diciamo”

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Matera capitale europea della cultura 2019

Matera capitale europea della cultura per il 2019: è tripudio di “diciamo”

Ormai lo sanno anche i muri, i muli e i sassi che Matera è la capitale europea della cultura per il 2019, prima volta assoluta per il sud Italia da quando tale riconoscimento milita per i Paesi europei. E no, questo post non vuole essere in alcun modo polemico, essendo anche io lucano di nascita e crescita. C’è però un vezzo linguistico tipico dei lucani che difficilmente riesce ad evadere le registrazioni a mezzo microfono e/o telecamera, ed è per l’appunto l’inserire quel maledetto e onnipresente “diciamo” ogni due parole su tre.

In questi giorni di lunghe interviste ad ogni livello sulla questione di Matera capitale della cultura, non è raro imbattersi in cittadini lucani, materani e non, che convinti nel sostenere la propria soddisfazione per il traguardo raggiunto non riescono a rinunciare alla propria lucanità, che prima di ogni cosa parte dal qualunquismo naturale impresso in quell’ostentato “diciamo”.

Diciamo che se iniziassi a scrivere, diciamo, tipo così, ecco, i lettori del momento, diciamo, probabilmente, inizierebbero diciamo a sentirsi in qualche modo, diciamo, irritati da questa farcia di diciamo che, diciamo, colonizza ogni frase in italiano di ogni lucano che, diciamo, si rispetti. Perché ogni luogo, a proposito di capitale della cultura, ha la propria cultura di territorio che passa anche dalla lingua. E noi lucani, i conterranei mi capiranno, abbiamo questo vezzo del diciamo che sputiamo qua e la anche quando la situazione è palesemente chiara e la definizione è non “diciamo adatta”, ma perfetta.

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Sassi di Matera

Diciamocelo, noi il “diciamo” lo diciamo tutti. Ce lo abbiamo nel sangue

Da lungo tempo mi soffermavo a contare i diciamo di ogni lucano sparato in televisione, anche quelli dei fratelli Pittella, di Arisa, di De Filippo e di Rocco Papaleo, e come ovvio anche oggi, durante la visione del TGR Basilicata che giustamente non poteva esimersi dall’intervistare ogni cittadino materano e non che capitasse a tiro dei giornalisti, ho avuto necessità di chiedere in prestito ad altri le dita per portare il conto dei diciamo, che però non si sono resi disponibili. Morale della favola, ho perso il conto. 

Il “delitto” dei diciamo mal contati si è consumato nel corso di questo servizio embedato (tzè, magari. Tocca collegarsi A QUESTO LINK, la TGR non è mica poi tanto all’avanguardia) dal sito ufficiale della TGR che, parlando dei festeggiamenti per Matera capitale della cultura per il 2019, ha dato modo di assistere ad un tripudio di “diciamo” (minuto 7.00/8.29) dove davvero si è raggiunto il limite della sopportazione. Da rappresentanti della cultura in Europa abbiamo il dovere di divulgare anche questa nostra caratteristica culturale, e ci stiamo riuscendo superando ogni più rosea aspettativa. Portate il conto, se ci riuscite, e scrivete nei commenti il numero ufficiale dei “diciamo” di Matera capitale della cultura per il 2019.

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