Forte Forte Forte è un talent show. Punto.
Partiamo da una premessa: Forte Forte Forte è un talent show. Nulla di più, nulla di meno. Non è stato concepito come programma televisivo “a forfait”, ma come un talent show puro che segue la retorica della perfezione nella voce, nei movimenti. Unico upgrade rispetto ai soliti talent della tv italiana lo si trova nel giudizio sulla tenuta del palco, poco valutata nelle proposizioni nostrane di diversi format.
Seconda considerazione: la scenografia, come già sottolineato su queste stesse pagine qualche settimana fa, è quella di The Voice of Italy. Nulla di più nulla di meno. Lo si nota non solo dalla pianta del palcoscenico, ma anche, ad esempio, dai fuochi che escono a bordo pista durante la sigla. Questo accadeva a The Voice of Italy durante le esibizioni. Un punto a favore, in questo caso, è da ricercare nella regia curata da Sergio Iapino, che ha scelto di addentrarsi dentro il rombo centrale creando movimento nella scena, fornendo così una prospettiva diversa.
Quante cose innovative all’orizzonte! Ehm…
Bene, per il resto non c’è nulla – o quasi – da dire. Forte Forte Forte è un talent show che segue la retorica imposta dal modello “talent”. Conduttore semi-fantasma durante i casting che interagisce con il parentame dei concorrenti, giuria che vuole fare la mamma velenosa e non si capisce se ci riesca o meno, ragazzi pieni di sogni nel bagaglio e che a volte si credono superuomini, banalità a raffica sparate sul palco. Tanta banalità. Qualche caso umano, ma per fortuna in minima dose; sarebbe stato troppo zuccheroso altrimenti.
Ivan Olita, dal canto suo, nonostante il poco spazio a disposizione, dimostra di avere una buona parlantina; a volte sfocia nell’indiscreto con considerazioni fuoriluogo al parentame, ma tutto sommato ha uno stile digeribile. È simpatico, regge le riprese. A tratti rispolvera il suo passato da conduttore di Top of The Pops, il che non è un male, ma si sente, almeno al momento, la poca esperienza nel campo che ha alle spalle. Se vuole diventare davvero uno Forte Forte Forte ha buone basi per poter riuscire, anche se forse non lo farà appieno in questo contesto.
La giuria, l’immancabile giuria formata da 4 elementi come va di moda ora, c’è anche a Forte Forte Forte, e non poteva essere altrimenti. Ma diciamoci la verità, questa giuria è una sòla, e non nel senso che intende la Pausini ne La Solitudine. Se non fosse per Asia Argento, unica che dimostra di avere una manciata d’attributi, l’unico motivo per ascoltare i commenti del quartetto giudicante sarebbe la nostalgia verso Gigi Marzullo. Ma per fortuna lui a mezzanotte o poco più ritorna. Lo stilista non sa cosa sia l’italiano, il ballerino fa il piacione davanti alla telecamera, e Raffaella… Già, Raffaella Carrà?
Lei si che è una Forte Forte Forte, ma a The Voice of Italy ha imparato a fare la Paolo Brosio di turno, si sente la madre putativa di chiunque passi e dispensa consigli d’amore e passione a chiunque le chieda un’opinione; ma lo fa anche se non glielo si chiede, tanto è pagata per quello. Eccessiva celebrazione della diva da parte dei curatori del montaggio, troppe teche del caschetto a ricordare la Raffa che fu, come se oggi fosse già tumulata negli appartamenti cimiteriali.
Forte Forte Forte, nonostante il nome, tanto forte non è. Manca d’identità. Un talent perfetto, regia, montaggio e progetto grafico impeccabili, ma tutto sommato un programma come tanti. Lorella Cuccarini, puoi stare tranquilla, non ti stai perdendo nulla. Ah, nota a margine, complimenti per il disegno del dimante di luci che spunta da dietro la giuria.