E da quando Pif uccide solo al Radio 2 Social Club?

Ah, Pif, ma quale occasione migliore di Radio 2 Social Club per vederlo dal vivo, ascoltarlo, e godere della sua immensa ed esuberante simpatia! Ecco, quale occasione. Parliamone, perché, come direbbero i giovani d’oggi, credo proprio che sia un grandissimo “anche no”.

Blindatissima quasi fosse il carcere di Rebibbia, la sede di Via Asiago 10 si è aperta in via del tutto non eccezionale ad un quasi folto gruppo di studentelli – pare universitari, ma è un concetto opinabile. Proceduto con l’identificazione, e smaltita tutta una serie di superflui divieti puntualmente aggirati anche da nutrie ambulanti, ecco che scatta l’emozionante entrata nello storico studio di Radio 2 Social Club: microfoni, camera, tastiere e chitarra. Luca Barbarossa è al suo posto, ci saluta amabilmente. E c’è un tale Andrea Perroni, che pare anche lui lavori lì. E in un angolo, seduto al calduccio, dovrebbe esserci Pif… Vediamo lì… No aspetta, forse in un altro angolo… Sarà mica in sala di regia? Pierfrancesco Diliberto detto Pif, dove diamine ti sei cacciato?Al bar, a fare chiacchiere. Questo il quadro: noi lì, seduti in adorazione e frementi d’attesa, e lui perso tra sconfinate lande desolate, ma pare ricche di caffè.

Il buon Luca Barbarossa sembra non aver capito bene quale sia il corso universitario da noi altri frequentato, tanto vale chiamarlo solo “Corso Universitario”. Davvero ottimo come padrone di casa, si lancia un appello meta-scolastico che termina al secondo nome, e che ovviamente gli impedisce di arrivare fino al mio. Che disdetta chiamarsi con la T!

Pif, usciteci Pif!

Arriva il Perroni a salutarci, lui sì che ci conosce nell’animo. Da vecchio frequentatore del Dams di Roma Tre, ci mette a nostro agio con qualche battutina mentre entra gente che dice dovremmo conoscere; una Stella Egitto che avrebbe a che fare con Pif, e una Joan Thiele che però è italiana, e quindi non si capisce bene il perché del nome. Il cuore si fa a fette sottili di asiago quando Radio 2 Social Club prende il via, e no, non è per l’emozione della diretta. È più per quel microfono maledetto piazzato sotto il naso a tradimento, a far salir la tremarella, perché qui di cavolate a raffica c’è abbondante rischio di spararne!

Sono le 15.00, Stella Egitto predica male contro Pif che a sua volta ancora si fa attendere, quasi come fosse un Bob Dylan alle prese coi Nobel. Peste e corna buttate un po’ a caso, le chiacchiere continuano e si fanno coinvolgenti. Luca Barbarossa si agita, non dice nulla ma sbraca gli arti tra saltelli e segnali di fumo, puntando al vetro della regia. La gente reagisce, la sala si agita, il mondo si volta, e… L’apparizione di Pif è avvenuta!

Un tema, una predizione: quella volta in cui mi sono sentito escluso? Quando Pif ci ha ignorati al Radio 2 Social Club.

Urla e applausi (registrati) invadono la saletta, sua maestà Pierfrancesco da Palermo si è palesato agli occhi di noi studentelli del Corso Universitario, e la gioia non può che essere esplosiva. Tra sorrisi e musica, l’espansivo Pif si accomoda al tavolo dei commensali per divorare parole su parole sulla sua Guerra per amore, da vedere assolutamente quanto prima in una qualunque sala cinematografica, anche fatiscente, perché dicono tocchi corde delicate, vagamente pericolose. Certo che ce ne vuole di coraggio ad usare lo stesso cognome per il protagonista, in due film diversi, su due soli film realizzati dal Diliberto. Chapeau.

Luca Barbarossa non fa altro che girarsi a sorriderci, l’atmosfera rilassata ti fa sentire uno di loro, anche se, finalmente, non hai più diritto di parola perché qualcuno ha sequestrato il maledetto microfono. Andrea Perroni si accompagna con efficacia all’amico di merende che una volta era cantante, e quell’incalzante giro di chitarra posato in sottofondo non fa altro che infonderti entusiasmo, quasi a sentirti a casa più che al Radio 2 Social Club. Ma le chiacchiere stanno a zero quando hai Pif davanti, divinizzato un’intera settimana nella speranza di ricevere quanto meno un suo vago accenno di saluto, un movimento della testa, un sorriso di sbieco scattato per caso… E invece… E invece maledetto Pif!

Fa le valige… Ci molla lì. Scorbutico e ritardatario? Pif, qual mai pessimo connubio!

Arrivato con tutto comodo alle 15.qualcosa, e andato via quando 25 minuti non erano nemmeno passati, il tanto osannato Pif decide di farsi un bel giro per la stanza a dispensare baci, abbracci e saluti a chiunque fosse presente in sala, come fosse in mezzo ad una comitiva di vecchi amici. O meglio, a dispensare baci, abbracci e saluti a chiunque fosse IN PIEDI presente nella sala. E noi lì, nella cuccia, seduti in un angolo come cani bastonati.

Allegrone come fosse una maschera di carnevale, Pif si congeda con caloroso entusiasmo dal Radio 2 Social Club durante uno stacco, sbracciandosi in modalità Pippo Baudo – il quale pare lo abbia addirittura invitato ad accomodarsi sui divani di Domenica In; tu pensa che divo.

Orbene, mentre il fremito della saliva gocciola come in un pomeriggio di pioggia leggera in attesa che si approcci a noi, la sua adrenalina scalpitante lo porta a rimbalzare da una parte all’altra dello studio, allegrone come un ragazzetto in contatto col suo primo pusher. E noi ancora lì, a guardarlo, a fremere, a sorridergli come cani in attesa del croccantino. E lui ancora lì, a saltellare sui nostri capelli smuovendo aria e costruendo illusioni. E noi ancora lì, in attesa. E lui non più lì, ma fuori dalla porta. Pif, Pif è andato via!

Luca Barbarossa, di grazia, aridacce il microfono ORA!

Eh no eh, questa cosa proprio no. Questo è un torto che non doveva fare. Sedotti e abbandonati dall’effimera illusione di incontrare un uomo buono, aperto, leggero e disponibile come fosse il vero Babbo Natale. Era questo il momento in cui quel maledetto microfono doveva girellare tra le sedie del Radio 2 Social Club, perché ora sì che c’era materiale su cui polemizzare. Il grande momento in cui DAVVERO mi sono sentito escluso? Eccolo. Pif che passa e non saluta, come uno scorbutico vicino di casa qualunque. E questa cosa, proprio come le foto in via Asiago 10, mi dispiace, ma non si fa.

E quando ti diranno cosa ricorderai del Radio 2 Social Club, le uniche cose da sfoderare saranno quella scaletta furtivamente fotografata in sala di regia, e quello Shazam illegale catturato durante l’impeccabile live di questa giovane Joan Thiele, il cui unico scatto decente è venuto fuori dall’esterno della struttura. Accontentatevi di questa foto, e accontentate la ragazza piazzando i suoi brani in playlist su Spotify o acquistando direttamente il piccolo EP da 7 brani. Perché, almeno in questo caso, ne vale davvero la pena.

Joan Thiele a Radio 2 Social Club
Joan Thiele fuori dal Radio 2 Social Club

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